Qual è il tuo canale di backup?
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Informarsi liberamente in Russia è diventata una missione quasi impossibile.
Il Roskomnadzor, l’ente federale che supervisiona le telecomunicazioni, ha ristretto l’accesso a tutti i media non controllati direttamente dallo stato – dalla radio Eco di Mosca al sito Meduza – e bloccato l’accesso alle principali piattaforme social, come Instagram, Twitter e Facebook.
Così, come spesso succede nelle emergenze, qualcuno ha ideato dei piani B tanto efficaci quanto creativi.
C’è chi ha cominciato a diffondere informazioni sull’invasione dell’Ucraina nelle recensioni di Google Maps e Tripadvisor e chi ha hackerato le telecamere di sorveglianza di scuole, palazzi e negozi, mostrando messaggi di denuncia sugli schermi.
Nessuna di queste operazioni sembra però avere avuto l’impatto raggiunto da 1920, un servizio gratuito ideato da gruppo di attivisti polacchi legati ad Anonymous che permette di bypassare la censura del Cremlino utilizzando uno dei canali di comunicazione ancora accessibili in Russia: gli sms.
Il sito offre accesso a una lista di 20 milioni di numeri di cellulare registrati da utenti russi e, allo stesso tempo, una selezione di messaggi in lingua russa che raccontano l’invasione dell’Ucraina, quella che la propaganda del Cremlino definisce ancora oggi come “un’operazione speciale”.
Ognuno può scegliere il testo che preferisce, prendere un numero telefonico a caso, e inviare un sms usando il proprio smartphone.
“Cari russi, i vostri media sono stati censurati. Il Cremlino sta mentendo. Scopri la verità sull’Ucraina attraverso il web libero e l’app Telegram. È ora di rovesciare il dittatore Putin!”, recita uno dei testi suggeriti su 1920.
“La guerra di Putin sta causando disastri al popolo russo! Non ci sono soldi nelle banche, non c’è carburante, tutte le compagnie straniere hanno lasciato il paese e Putin si nasconde nel suo palazzo a Gelendzhik!”, si legge in un altro.
Secondo i promotori dell’iniziativa il sito, lanciato lo scorso 6 marzo, è stato utilizzato per inviare più di 7 milioni di sms soltanto nella prima settimana.
Everything old is new again?
I messaggi di testo hanno diversi pregi, soprattutto se utilizzati in contesti di emergenza.
Possono essere ricevuti da qualsiasi telefono, anche da quelli meno smart; inviarli costa poco o nulla.
Sono difficili da bloccare — molto più delle piattaforme centralizzate dei social.
Infine, sono un canale di comunicazione personale e dialogico. Chi riceve può rispondere in qualsiasi momento, trasformando la ricezione in conversazione.
Per tutte queste ragioni, gli sms stanno vivendo un piccolo momento di rinascita — anche nel mondo del giornalismo e dell’informazione.
Un anno fa, durante una violenta tempesta che ha investito il Texas, il giornale Texas Tribune lanciò un servizio di informazione via messaggio per informare il proprio pubblico anche in caso di disservizi alla rete internet o blackout (inviare e ricevere sms, infatti, consuma pochissima batteria).
Nel 2020 i canadesi di Glacier Media, allo scoppio della pandemia, avevano cominciato ad aggiornare i loro lettori usando i messaggi di testo: ogni giorno gli iscritti ricevevano un recap con le informazioni fondamentali sulla diffusione del coronavirus.
Gli sms sono utilizzati oggi dai giornali locali anche per raggiungere dei pubblici specifici nei propri territori, come un canale di comunicazione alternativo alle newsletter e più ‘data-light’ della messaggistica social.
Negli USA, il Dallas Free Press li sta utilizzando per raggiungere le community black e latino dell’area di Dallas.
Esperimenti simili sono stati portati avanti dal Lenfest Institute a Philadelphia, da El Timpano a Oakland e da Outlier Media a Detroit.
E non solo. USA Today sta sperimentando una strategia di engagement via sms per gli appassionati di football americano, mentre il Los Angeles Times li usa per informare gli amanti dell’NBA.
Questo è potuto avvenire anche grazie alla nascita di servizi come GroundSource e soprattutto Subtext, che permettono di effettuare invii massivi a liste molto corpose di numeri telefonici a prezzi piuttosto contenuti.
Pensare laterale
Come spesso accade su Ellissi, questa storia degli sms è solo un piccolo gancio verso un’ulteriore riflessione, che proverò a esporti in queste ultime righe.
Che il mondo non stia benissimo è piuttosto evidente.
Per noi che ci occupiamo di comunicazione, di giornalismo e di digitale, diventa dunque sempre più importante prepararsi a un progressivo scenario di incertezza infrastrutturale.
Non parlo solo della possibile caduta dei network di telecomunicazione o del rischio di censure di stato nel caso di scenari emergenziali come guerre, sanzioni economiche e pandemie.
Parlo in generale della progressiva influenza che decisioni prese fuori dal nostro controllo potrebbero avere sulla nostra capacità di raggiungere le persone che vogliamo, quando lo vogliamo.
{Mi riferisco anche agli algoritmi: ricordi quando la tua pagina Facebook, coltivata con anni di impegno e fatica, ha improvvisamente perso ogni valore?}
Più siamo esposti, più siamo fragili. E il sogno del mondo interconnesso in cui siamo cresciuti non è più garanzia di immunità.
Se dovesse ‘saltare’ il tuo canale principale, avresti un’alternativa pronta a garantirti operatività nel breve e nel medio termine?
Hai pensato a come potresti assicurare la transumanza digitale della tua audience nel caso in cui ce ne fosse la necessità?
Quando progettiamo per il digitale, insomma, non possiamo dare nulla per scontato.
Per questo dovremmo cominciare a fare due cose:
● monitorare costantemente lo stato di salute dei canali che usiamo per comunicare, e analizzare le variabili che potrebbero compromettere la sopravvivenza;
● preparare uno o più “canali di backup” per continuare a raggiungere le persone che ci seguono, qualsiasi cosa accada.
In comunicazione diversificare è fondamentale. Soprattutto in tempi incerti come quelli che stiamo vivendo.
Valerio
Ciao, mi presento. Mi chiamo Valerio Bassan e lavoro come consulente di strategia digitale nel mondo dei media e del giornalismo, per clienti italiani e internazionali. Questo post è tratto da Ellissi, la mia newsletter settimanale. Iscriviti qui.
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