La bestia e l’unicorno

di | 28 Ottobre 2022

👋

Ciao, stai leggendo Ellissi,
la newsletter settimanale
di Valerio Bassan su media
e digitale.

Arriva ogni due venerdì,
è gratis, e puoi riceverla
anche tu
.

🟡 Per iscriverti clicca qui.

In uno dei suoi ultimi video, promette di regalare un atollo caraibico al vincitore di una gara di sopravvivenza.

In un altro, offre a un follower 500.000 dollari: per averli dovrà restare per cento giorni all’interno di un cerchio disegnato per terra.

In un altro ancora, fa precipitare un jet privato in un bosco per dimostrare quanto sia difficile resistere fino all’arrivo dei soccorsi.

Sto parlando di Mr. Beast, all’anagrafe Jimmy Donaldson, che con 107 milioni di iscritti e una media di 38 milioni di visualizzazioni per video è uno degli youtuber più ricchi e famosi al mondo.

Lo stile delle clip di Mr. Beast è un cocktail esplosivo: un terzo reality tv, un terzo gioco a premi e un terzo Jackass.

I concorrenti delle sue challenge sono persone normali, di solito i suoi amici o i suoi subscriber, a volte lui stesso. E in palio ci sono tanti, tantissimi soldi.

Tutto è talmente estremizzato – a partire dalle grafiche e dal montaggio – che, se osservati con distacco, i video del signor bestia potrebbero sembrare una feroce critica al capitalismo e al nostro attaccamento morboso al denaro.

In quello che fa Mr. Beast non c’è però nessuna critica: solo una glorificazione della ricchezza come unica strada per il successo mischiata a una buona dose di goliardia da confraternita.

I suoi video sono infarciti di pubblicità (esplicita) e product placement (molto meno dichiarato). E le aziende sono disposte a pagare cifre astronomiche per raggiungere il pubblico, tendenzialmente teenager, che lo segue.

Oggi Donaldson, che ha 24 anni, ha deciso che non vuole più essere “soltanto” uno degli youtuber più conosciuti del pianeta: vuole trasformare il suo brand in un impero dell’intrattenimento.

Stando a quanto rivelato da Axios, infatti, il nativo della Carolina del Nord sta cercando di raccogliere un investimento da 150 milioni di dollari per il 10% della sua attività, il che farebbe schizzare la sua valutazione a 1 miliardo e mezzo.

Se ci riuscisse – cosa probabile – Mr. Beast diventerebbe il primo youtuber “unicorno”.

Gratta e vinci nel metaverso

Il successo del signor bestia a livello di numeri è impressionante. Il suo canale ha totalizzato finora 18 miliardi di views.

Nel 2021 uno dei suoi video (“Ho trascorso 50 ore sepolto vivo”) è stato il contenuto più visto dell’anno su YouTube.

Un record battuto poi da “$456,000 Squid Game In Real Life!”, in cui ha ricostruito il macabro gioco della serie coreana per i propri subscriber, e che a oggi è stato visto quasi 300 milioni di volte.

Quest’ultimo è anche il video più caro mai realizzato da Mr. Beast: è costato 3.5 milioni di dollari, una cifra che dice tanto dell’approccio che ha portato il 24enne al successo.

L’ingrediente che contraddistingue le sue produzioni è infatti quello di essere, come direbbero negli Stati Uniti, larger than life.

La qualità delle ambientazioni farebbe rosicare qualsiasi canale televisivo, i montepremi promessi sono stratosferici (ciao, Gerry Scotti) e i meccanismi narrativi ben oliati: ci sono l’avventura, la suspence, l’ironia e quel senso di invidia che a molti fa dire “anche io vorrei essere al suo posto”.

Come accaduto con Squid Game, anche i video di Mr. Beast fanno leva sulla spinta innata dell’essere umano alla sopravvivenza, in cui però la salvezza è costituita da una lauta ricompensa.

Guardarli, almeno per me, è fastidioso e divertente al tempo stesso — la stessa sensazione che avrei frequentando un casinò a Disneyland o comprando un gratta e vinci nel metaverso.

E poi, ovviamente, c’è una certa dose di maestria.

Mr. Beast e il suo team hanno imparato a padroneggiare l’algoritmo di YouTube: dalle scelte grafiche per le copertine fino alla durata dei video (in media 17 minuti), nulla è lasciato al caso.

Come ti dicevo all’inizio, Donaldson potrebbe essere il primo creator a raggiungere una valutazione da unicorno: un miliardo e mezzo di dollari.

Una cifra pazzesca. Se guardiamo alle ultime grandi acquisizioni nel settore dei media, infatti, le valutazioni sono drasticamente più basse.

Axios, per citarne una, è stata pagata 525 milioni dollari; The Athletic 555 milioni; Politico circa 1 miliardo.

Come può uno youtuber valere più di un’intera testata giornalistica?

Intanto dobbiamo fare due distinzioni.

La prima, scontata, è che Mr. Beast non opera nel campo dell’informazione, ma in quello dell’intrattenimento — dove ovviamente il bacino di utenza è più ampio e le valuation più alte.

La seconda è che Donaldson non è più semplicemente uno YouTuber, ma è diventato un’azienda vera e propria.

Attualmente il 24enne impiega tra le 60 e le 100 persone (a seconda delle stime) per gestire la produzione dei suoi video colossal. Un team senza eguali nel mondo dei creator e che a breve si arricchirà di 22 nuove posizioni.

Inoltre, Mr. Beast ha lanciato diversi spin-off commerciali legati al suo brand: tra questi ci sono un’app di videogiochi da smartphone, una catena di food delivery e un marchio di snack al cioccolato. Un portfolio diversificato che fa gola a molti.

Il bilancio della sua società, inoltre, è positivo: nonostante i corposi investimenti nella produzione dei contenuti (Donaldson spende circa 8 milioni al mese) il 2021 si è chiuso con un attivo da 54 milioni di dollari.

Il rischio dell’unicorno

Mr. Beast potrebbe anche decidere di fermarsi qui: continuare a fare lo youtuber e “accontentarsi” di mettere in tasca un po’ di milioni all’anno.

La sua volontà però sembra essere quella di guardare oltre, di espandersi, di trasformarsi in qualcos’altro.

Le sue ambizioni appaiono senza limiti: recentemente ha dichiarato di avere rifiutato un’offerta da un miliardo di dollari per il suo canale e le sue attività.

Si dice che, se ottenesse il finanziamento che cerca, il 24enne potrebbe lanciarsi nel commercio di beni di consumo.

Altri ipotizzano che Donaldson voglia fondare una sua piattaforma di intrattenimento per riuscire a monetizzare senza intermediari.

L’unica cosa certa è che la sua “bestia” ha fame di contenuti sempre più extralarge: i 150 milioni serviranno sicuramente anche a saziare questo appetito.

La verità è che ottenere una valutazione così alta significherebbe fronteggiare una competizione ben più ardua: un conto è vincere la gara con gli altri creator, un altro è combattere contro le piattaforme di streaming.

Non è garantito che il giochino funzioni anche fuori dal contesto in cui è nato. Bisogna calcolare che oggi il successo degli spin-off commerciali è un riflesso del brand Mr. Beast su YouTube: difficilmente starebbero in piedi senza.

Il rischio per Donaldson, in sintesi, è quello di partecipare – per una volta – a una sfida che può anche perdere. Di fare un passo di troppo fuori dal cerchio. Di ritrovarsi a bordo di un jet che non va. Di venire eliminato dal gioco.

Noi staremo a guardare come finirà questa ennesima challenge. Tutti insieme. Dove? Ovviamente, su YouTube.

Alla prossima Ellissi
Valerio

Ciao, mi presento. Mi chiamo Valerio Bassan e lavoro come consulente di strategia digitale nel mondo dei media e del giornalismo, per clienti italiani e internazionali. Questo post è tratto da Ellissi, la mia newsletter settimanale. Iscriviti qui.

SE VUOI APPROFONDIRE

Il “problema dei problemi” di Internet

Perché il disallineamento degli incentivi ha rovinato gli ultimi vent'anni di web, facendoci precipitare in un paradosso che sembra uscito dritto dritto da una legge di Murphy.

Reti da pesca

Il pricing del tuo prodotto e gli sconti che pratichi raccontano una “storia” ben precisa ai tuoi lettori: quale vorresti che fosse?

L’informazione in business class

Viviamo già in un mondo sovrabbondante di notizie e di contenuti. E mentre i giornali, le compagnie aeree dell’informazione, cercano soluzioni per rimettere i propri conti a posto, non vorrei che il buon giornalismo diventasse sempre di più un volo con pochissimi posti a sedere.

Perché ti abboni alle cose che ti piacciono

Una risposta complessa a una domanda semplice: nel mio sito cosa dovrebbe essere gratis, e cosa a pagamento?